Incipit di Le Catilinarie di Amélie Nothomb (Voland edizioni, 1998)

Non sappiamo niente di noi. Ci crediamo abituati a essere noi stessi. È il contrario. Più gli anni passano e meno capiamo chi sia la persona nel nome della quale agiamo e parliamo.

Non costituisce un problema. Che c’è di male a vivere la vita di uno sconosciuto? Forse è meglio: conosci te stesso e ti prenderai in antipatia.

Questa estraneità non mi avrebbe mai dato fastidio se non ci fosse stato - non so come dire - se non avessi incontrato il signor Bernardin.

Mi chiedo quando sia cominciata questa storia. Decine di datazioni sono possibili, come per la Guerra dei Cent’anni. Sarebbe corretto dire che la faccenda è cominciata un anni fa; sarebbe giusto anche dire che ha preso forma sei mesi fa. Sarebbe però più appropriato situarne l’inizio nel periodo del mio matrimonio, quarantatre anni fa. Ma la cosa più giusta in assoluto sarebbe farla cominciare con la mia nascita, sessantasei anni fa.

Adotterò la prima ipotesi: tutto è cominciato un anno fa.

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